L’Allenatore efficace

Chi si occupa di sport e soprattutto di calcio non può non aver mai assistito al “rimbrotto” dell’allenatore nei confronti dell’atleta che ha sbagliato! Questo fa un allenatore efficace?

E’ un classico rimproverare colui che è responsabile di un errore marchiano dal quale magari è scaturito il gol avversario.

L’analisi del Mental Coach Professionsta*

Ora, facciamo un’analisi da Mental Coach in relazione a questo tipo di comportamento.

La prima domanda che si pone il Mental Coach e che si dovrebbe porre anche l’allenatore è: “L’errore è stato causato da uno scarso impegno del giocatore?”, “il comportamento dell’atleta è stato dettato da superficialità e menefreghismo nei confronti della squadra?”

Si, c’è stato scarso impegno

Se la risposta è Si, allora può essere utile parlare separatamente dal resto della squadra con il ragazzo ed esplorare le reali motivazioni che lo spingono a giocare. A seguito di ciò verranno presi i necessari provvedimenti, che non sono mai di carattere punitivo ma a tutela dell’integrità e del bene del team.

No, il giocatore ha dato il massimo

Se la risposta è No, invece, cioè il ragazzo ha commesso l’errore pur mettendoci il massimo dell’impegno, negli allenamenti come nella gara, QUANTO E’ FUNZIONALE, per il suo bene, per la sua crescita, per il bene della squadra aggredirlo verbalmente di fronte ai compagni?

Da 1 a 10, quanto potrà migliorare la prestazione di quel ragazzo nella prossima gara, dopo averlo rimproverato pubblicamente?

Può essere che la mortificazione possa aumentare la sua autostima e la fiducia nei suoi mezzi?

Ammesso e non concesso che quelli siano i limiti sportivi dell’atleta, l’aggressione verbale sarà utile ad ampliare le competenze del giocatore?

I comportamenti funzionali

Da Mental Coach dico di No.  Tutti i comportamenti di tutti i componenti della squadra devo essere dettati dalla funzionalità dei comportamenti stessi. Sfogare la propria rabbia, da allenatore, contro un giocatore, se prima non si sono valutate le componenti dell’impegno, del sacrificio e delle competenze potenziali dell’atleta non è mai utile.

Certo che ci sta l’ira nei confronti di un membro del team, ma solo se questo ha dimostrato di non amare la squadra per cui gioca. In tutti gli altri casi è deleterio.

Essendo padre di un ragazzo che gioca a calcio come portiere sono ancora più sensibilizzato a questo tema, e questa sensibilità mi ha spinto da indagare come mental coach questo aspetto nella relazione tra allenatore e giocatore.

Mi rivolgo ai ragazzi che giocano

E per questo concludo dicendo ai ragazzi, che quando c’è l’impegno e la dedizione, l’amore per il gioco e per la squadra, gli errori sono solo propedeutici all’apprendimento. Quindi fatevi scivolare le parole cattive e rimanete nel FARE, nel GIOCARE e nell’enjoyment. Divertitevi.

Alessandro Gornati

*Il mental coach professionista è qualificato ai sensi della legge 04/2013 ed iscritto ad un’associazione di categoria riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico.