Essere impotenti difronte ad avventi avversi è un’esperienza naturale in questa realtà fenomenica. Sin dai primi giorni di vita sperimentiamo la totale dipendenza da altri per sopravvivere, e quindi l’impotenza di procurarci del cibo, di proteggerci, di difenderci.
Esiste però anche un’impotenza che si apprende direttamente dalle esperienze della vita.
Il ripetersi di situazioni nelle quali il nostro agire non modifica il risultato finale dell’evento, ci porta a credere che ciò sarà perenne, cioè che quella situazione sarà eternamente fuori dal nostro controllo. La conseguenza: “non faccio nulla perché tanto è inutile”.
Questo atteggiamento è tipico del soggetto pessimista, che durante la sua vita ha maturato un’impotenza appresa, secondo la quale il suo agire è ininfluente sul risultato finale dell’esperienza.
Gli studi degli psicologi cognitivisti confermano che la convinzione relativa all’impotenza appresa si può destrutturare, aprendo la mente alle ulteriori possibilità.
L’apprendimento dell’impotenza si basa sull’intenzione positiva della mente di risparmiare energie preziose: “se per tre volte questa cosa non funziona, significa che non funzionerà mai”.
Questo pensiero di per sé non è sbagliato, anche se poi, analizzando le storie delle persone di successo, ci trovi una determinazione e una testardaggine che avrebbe spazientito anche un Santo. Non mollare mai, del resto, è lo slogan del successo. Può essere che molli quando sei a “tanto così dal traguardo”!
Il coaching ristruttura le convinzioni disfunzionali al raggiungimento dell’obiettivo
Il metodo del coaching, operando sull’espansione della consapevolezza, favorisce un ampliamento del campo delle possibilità, favorendo le scelte responsabili e l’accesso a soluzioni dapprima impensabili.
Il nostro essere è costituito da livelli neurologici che si riassumono in: spirito, identità, valori, credenze e convinzioni, capacità, comportamenti e ambiente. Le nostre credenze, determinano ciò che segue (capacità, comportamenti, ambiente). Ci sono credenze che sono funzionali al conseguimento dei nostri risultati attesi e credenze che al contrario non lo sono. Modificando le nostre credenze disfunzionali, apriamo la strada i nostri successi auspicati.
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