Misura l’Ottimismo

Abbiamo già accennato, con uno dei post precedenti, all’ottimismo come “carburante” utile al conseguimento del successo e del benessere psicofisico; ora approfondiamo il tema analizzando ciò che determina lo stile di approccio alla vita, cioè, cosa fa sì che l’essere umano sia pessimista o ottimista.

Inoltre abbiamo parlato anche della sensazione di impotenza, emozione che sta alla base del processo della depressione. L’essere umano prova impotenza, ogni volta che vive un fallimento, ma se in una percentuale di persone questa sensazione ha una durata limitata in altre permane molto più a lungo.

Qual è il motivo della permanenza della sensazione di impotenza?

Gli studi di psicologia cognitiva, hanno determinato che l’uomo attribuisce al proprio successo o insuccesso, cause di natura diversa, a seconda della loro permanenza, pervasività e personalizzazione.

Come attribuiamo questi parametri alle cause del nostro insuccesso?

Noi parliamo spesso con noi stessi! Il dialogo interno è una costante della nostra vita; spesso è solo mentale a volte invece, espresso verbalmente, come se, pur essendo soli, qualcuno fosse lì a conversare con noi. Quello che ci diciamo è molto importante, soprattutto lo stile che utilizziamo per parlarci. Le parole hanno un grande peso, e in particolare lo stile esplicativo.

Lo stile esplicativo è “come ci spieghiamo ciò che ci è successo”, ossia quali sono le cause dell’evento che ci è capitato di vivere e quali sono le caratteristiche di queste cause.

Facciamo degli esempi di stili esplicativi:

“Sono un fallimento totale”, oppure, “ho sbagliato perché ero stanco”

“Le diete non funzionano mai”, oppure, “le diete non funzionano quando mangio fuori casa”

“Mi rimproveri sempre”, oppure, “mi rimproveri quando lascio in disordine”

Questi esempi mettono in evidenza la contrapposizione di due stili esplicativi; il primo attribuisce all’evento una causa “Permanente” e quindi duratura nel tempo, mentre nel secondo la causa è solo temporanea, ossia l’impotenza svanisce nel breve periodo.

“Se pensi agli eventi negativi in termini di sempre e mai, e li vedi come elementi costanti, hai uno stile pessimistico e permanente. Se pensi ad essi in termini di talvolta e ultimamente, si li qualifichi con aggettivi e li attribuisci a condizioni temporanee, hai uno stile ottimistico” (Martin Seligman – Imparare l’ottimismo)

Porta la consapevolezza su ciò che ti dici

Il dialogo interno è quasi sempre un processo inconsapevole, cioè, non ci facciamo caso. Quasi mai riflettiamo su cosa ci stiamo dicendo e su come questo dialogo influenza il nostro stato d’animo.

Per uscire dallo scacco del pessimismo, portiamo più attenzione a ciò che le nostre personalità interiori si dicono. Quando viviamo un evento avverso e il nostro stato d’animo è negativo, proviamo a portare la nostra attenzione sul dialogo interno, espandendo la consapevolezza su questo aspetto.

Facciamoci alcune domande

Cosa mi sto dicendo?

A cosa attribuisco la causa del mio malumore o del mio insuccesso?

Quanto posso circoscrivere le cause di questo insuccesso, ad un evento specifico, invece di espanderlo all’infinito nel tempo?

L’intervento del Coach Professionista

Come interviene il Coach, quando sul piano d’azione incontra un ostacolo, come il pessimismo, o l’impotenza appresa, così da rimuoverlo e proceder spediti verso l’obiettivo di risultato auspicato?

  • Favorisce l’apprendimento della capacità di consapevolizzare il dialogo interno
  • Esplora le potenzialità del cliente, individuando situazioni alternative efficaci
  • Aiuta a riattribuire le cause dell’evento negativo, riducendone la permanenza, la pervasività e la personalizzazione
  • Favorisce l’identificazione di un “distrattore” che conduca il cliente nel Qui ed Ora
  • Accompagna il cliente nella ristrutturazione della convinzione che sta alla base dello stile pessimistico

Questo processo è utile in ogni ambito della vita; nello sport, quando si avverte ansia da prestazione, come nel lavoro o nello studio.

Alessandro Gornati

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