I servizi erogati dal coach alla squadra

Il mental coach professionista è una qualifica riconosciuta dallo Stato Italiano e in quanto tale è regolamentata da codici deontologici. Io sono iscritto all’ ACoI e rispetto i codici di questa associazione:

Codice etico ACoI

Carta dei valori ACoI

Codice di Condotta ACoI

Questa premessa è doverosa per poter spiegare quali sono i servizi che un coach professionista può erogare correttamente.

Sessioni di coaching individuali

Il mental coach professionista opera “esclusivamente” attraverso incontri individuali, all’interno di un setting riservato e protetto, nel quale il cliente si senta a proprio agio e al sicuro.

Questo esclude, ambienti all’aperto, tavolini di un bar, spogliatoi ecc…

La durata della singola sessione

Questi incontri che prendono il nome di sessioni di coaching, possono durare 60’ minuti; nel caso di una squadra e nel caso in cui i richiedenti siano tanti, le sessioni si riducono a 30’ minuti.

Quanto dura il processo di coaching

La relazione di coaching, essendo di carattere processuale, non può avere la durata di una sessione; si tratta di un percorso che dura al minimo 4 o 6 sessioni.

Dove poter effettuare le sessioni di coaching

Le sessioni possono essere effettuate nel mio studio.

Quali sono le condizioni per erogare sessioni di coaching

Per poter erogare sessioni di coaching ed accompagnare l’atleta al risultato desiderato occorre la compresenza di 3 condizioni:

  • Ci deve essere una domanda di coaching, ossia l’atleta deve espressamente richiedere di essere aiutato a risolvere un problema o raggiungere un risultato. La domanda deve provenire direttamente dall’interessato e non dal genitore o da terzi.
  • Deve sussistere un problema che si vuole superare
  • L’atleta deve avere uno scopo da raggiungere, un obiettivo da centrare.

Senza una di queste condizioni il coaching non si può fare.

Quando l’atleta richiede l’intervento del mental coach

Quando non riesce ad esprimere in gara tutto il suo potenziale.

Facciamo un esempio per essere più chiari

Immaginiamo l’atleta che nelle fasi di allenamento si esprime al massimo, gioca libero, rischia la giocata, e quindi è soddisfatto di sé, ma poi quando entra in gara, il suo potenziale da 100, passa a 50, e non riesce a spiegarsi il motivo.

Questo è un caso emblematico di un atleta che ha necessità di essere seguito da un mental coach professionista.

Esistono poi l’infinità di varianti per cui, un’emozione negativa riduce il potenziale dell’atleta anche solo in alcune fasi di gioco.

L’atleta chiede aiuto al coach

L’atleta che sente di avere delle interferenze mentali o emotive, che impediscono al potenziale di esprimersi, chiede l’intervento del coach; mai il mental coach rincorre l’atleta per informarsi di eventuali interferenze. Sarebbe come se il fisioterapista chiedesse agli atleti, se hanno dolore alla caviglia, al ginocchio, alla muscolatura per eseguire i suoi interventi; solitamente è chi ha dolore che si rivolge al terapista non il terapista che insegue i dolori!

Formazione d’aula

Formazione d’aula non è una descrizione corretta soprattutto perché solitamente in una struttura sportiva manca l’aula; allora la formazione si fa in campo o nello spogliatoio.

Si tratta di fornire informazioni importanti di carattere mentale ed emotivo agli atleti, così che lo staff e la quadra imparino a comunicare con le stessa lingua e gli stessi principi.

Quanto dura la formazione

Di solito 15/20 minuti una volta a settimana

Le condizioni per erogare la formazione

Condizione sine qua non per erogare formazione è il silenzio, l’attenzione e il rispetto per il formatore. In questo caso non è la figura del mental coach professionsta che interviene la figura di un formatore che utilizza strumenti di coaching.

Chi non è interessato può esimersi

Se ci sono degli atleti non interessati alla formazione, possono rimanere fuori “dell’aula”. Chi partecipa alla formazione deve prestare attenzione.

Allenamento dell’atteggiamento

In campo, il coach allena i ragazzi, attraverso esercizi tecnici, a sperimentare sensazioni ed emozioni funzionali al conseguimento dell’obiettivo.

Il mental coach non interviene nella definizione della tattica, non interviene nella spiegazione dei gesti tecnici, ma utilizza i gesti tecnici per lavorare sulle emozioni.

Il mental coach lavorerà in campo solo con gli atleti che manifesano il desiderio di crescere e raggiungere obiettivi personali oltre che di squadra. Anche in questo caso, coloro i quali non sono interessati all’allenamento motivazionale possono esentarsi.