Allenare al gioco del calcio by Mental Coach Terza parte

Considerazioni da Mental Coach Professionista*, sui metodi di allenamento nel calcio giovanile, PARTE TERZA

La scelta del ruolo

Come scegliere il ruolo ai propri giocatori?

La ruota del calciatore può essere uno strumento adeguato per definire le competenze specifiche per ogni ruolo in campo e a quel punto valutare i singoli giocatori.

Visione di gioco e piede educato per un regista di centrocampo, aggressività e difesa della palla per un centrale di difesa, velocità e gamba per un esterno, uno contro uno per un attaccante ecc.., sono solo degli esempi per comprendere cosa intendo.

Posizionare i giocatori fuori ruolo attiva l’interferenza

Non è cosa banale giocare fuori ruolo o in ruoli che non si addicono ai propri talenti!

Qualsiasi atleta esprime il suo massimo potenziale quando è nel FLOW, uno stato di coscienza che ci fa rimanere nel qui ed ora, completamente concentrati sul FARE. Per fare questo, come abbiamo già potuto comprendere l’atleta deve sviluppare dei comportamenti automatici che non richiedono l’impiego del cognitivo per agire ma è il corpo che già sa cosa fare. Perché questo avvenga occorrono dei forti punti di riferimento.

Il cambio di ruolo o il ruolo non adeguato al calciatore portano l’atleta ad essere interferito da pensieri, parole, immagini, emozioni che abbassano la soglia di concentrazione e riducono la prestazione. Si possono anche notare crisi di ansia e attacchi di panico.

Gli scenari realistici

Quando ero bambino gli allenamenti erano molto semplici: preparazione atletica senza palla, esercizi tecnici con la palla, partita alla fine dell’allenamento sul campo ad 11, anche quando eravamo pulcino o esordienti.

Nella partita d’allenamento si imparavano a conoscere gli scenari più realistici possibili, in riferimento alla gara del sabato. La mente si abituava alla dimensione del campo, alla distanza tra i compagni, alla dimensione dell’ area di rigore ecc…

I comportamenti erano parametrati alla densità dei calciatori sul campo e sulla forza che occorreva imprimere per passare da una parte all’altra del campo, oltre che valutare lo sforzo nella corsa per passare dalla difesa all’attacco e viceversa.

Oggi questo si è un po’ perso. Si è persa l’abitudine di esercitare la mente agli scenari reali che riguardano la partita.

Chiusura

Questa mia piccola relazione vuole essere uno spunto per l’approfondimento sulle metodiche utilizzare per formare nuovi calciatori, partendo da un punto di vista inconsueto per chi allena, cioè lo studio da parte di un professionista che osserva il calcio partendo dai processi cognitivi che si sviluppano nella testa di un atleta. L’intenzione non è quella di giudicare ma quella di aiutare i ragazzi a diventare calciatori e uomini di successo, quando per successo si intende l’espressione di tutto il loro potenziale. In questo gli allenatori sono figure molto importanti.

*Il Mental Coach Professionista si distingue per aver ricevuto l’attestato di qualifica da parte di un’associazione di categoria (nel mio caso l’ACoI), riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, in base alla legge n.4 del 2013.

Bibliografia

Daniel Goleman, “Intelligenza emotiva”

Timothy Gallwey, “Il gioco interiore nel tennis”

Timothy Gallwey, “Il gioco interiore nel lavoro”

Mihàly Csikszentmihàlyi, “Flow, psicologia dell’esperienza ottimale”