Il Mental coach professionista in squadra

Quali sono le aree di competenza di un mental coach professionista* che opera all’interno di una squadra?

La squadra

Si definisce squadra, un gruppo di persone che collabora, ognuno con le proprie competenze al conseguimento di un obiettivo comune. Ogni componente della squadra è di per sé un “mondo di soggettività” che si deve integrare con tutti gli altri mondi, rappresentati dai compagni; è evidente che questo incastro di mondi risulta essere spesso complicato.

Se allarghiamo il punto di vista sull’insieme di persone che compongono una squadra, infatti, osserviamo una complessa interazione tra i bisogni e gli obiettivi di ognuno. Ogni atleta è portatore di propri bisogni e proprie aspettative per il futuro; quasi sempre il bisogno di una persona non coincide con i bisogni dei compagni, e lo stesso vale per aspettative e obiettivi.

Allo stesso tempo, perché il team sia vincente occorre che tutti i componenti concorrano per in raggiungimento di un obiettivo comune. Occorre che tutti i singoli bisogni, possano essere soddisfatti dal conseguimento dell’obiettivo comune.

Se così non è, c’è sempre qualcuno che rema contro e sapete quanto sia difficile vincere una gara di canoa quando anche solo uno dei componenti dell’equipaggio, non rema o addirittura spinge nella direzione contraria.

Competenza 1:

Armonizzare bisogni individuali con l’obiettivo collettivo

Una delle aree di competenza del mental coach è quella di armonizzare bisogni e obiettivi dei componenti della squadra, così da formare un insieme coeso di atleti motivati al conseguimento di un obiettivo condiviso.

Associata a questa area di competenza c’è la risoluzione dei conflitti.

La risoluzione dei conflitti

Quando si scontrano i bisogni, nasce la rabbia e quindi i conflitti all’interno della squadra.

La conflittualità all’interno del team, comporta una enorme dispersione di energie psico-fisiche, oltre che all’isolamento ed all’individualismo. Operare come singoli, egoisticamente all’interno del gruppo significa mandare in mille pezzi il gruppo stesso e il suo obiettivo condiviso.

Gli obiettivi dei singoli si possono conseguire solo attraverso la volontà di raggiungere la meta comune. Chi agisce da solo, pensando di ottenere ciò che desidera, indipendentemente dalla squadra, non va molto lontano. I campioni sono solidali, protettivi nei confronti del gruppo, dediti al sacrificio ed all’impegno; mettono il bene della squadra, prima del proprio, perché sono consapevoli che il proprio bene sarà ottenuto attraverso il bene del gruppo.

La comunicazione non violenta

La rabbia è l’emozione che può spaccare il gruppo e la rabbia nasce dalla mancata armonizzazione dei bisogni. Il mental coach professionista* aiuta gli atleti ad esprimere la rabbia, in modo costruttivo, attraverso la comunicazione non violenta; non si tratta di “ingoiare il rospo” o soffocare l’emozione, ma al contrario, di trasformarla in stati d’animo alternativi, utili all’armonia del team.

 

Competenza 2:

la riduzione delle interferenze mentali

Questa competenza viene svolta attraverso sessioni di coaching individuali, di 60 minuti, nelle quali l’atleta accompagnato dal coach, esplora il suo potenziale e verifica la presenza di eventuali interferenze mentali, come l’ansia, il timore di sbagliare, l’insicurezza, la scarsa autostima ed autoefficacia, ecc…. Queste interferenze riducono il potenziale del soggetto abbassando il valore della prestazione in gara.

Queste interferenze sono spesso gli ostacoli che impediscono all’atleta di ottenere ciò che si aspetta, e di raggiungere gli obiettivi di carriera che si era fissato.

 

Competenza 3:

la gestione delle emozioni

Grazie all’impiego dell’intelligenza emotiva, il mental coach professionista, aiuta l’atleta a prendere coscienza delle proprie emozioni, a gestirle, e quindi a migliorare le proprie performance.

La prestazione di qualità è legata da un’emozione funzionale al conseguimento dell’obiettivo. Ad ogni emozione corrisponde una specifica emozione. Non è possibile pensare di performare bene se non si impara a gestire il proprio stato d’animo.

 

*E’ coach professionista chi è inscritto ad un’associazione di categoria (nel mio caso l’ACoI), riconosciuta dal ministero dello sviluppo economico, in base alla legge n.04 del 2013.