Il Coach Qui e Ora

Il coach orienta la relazione processuale verso il passato problematico, esplora il futuro desiderato ma è nel Qui ed Ora che porta il cliente ad esprimere tutte le sue potenzialità.

Come ho già accennato, il coaching si basa su una relazione processuale; questo significa che ogni sessione di coaching è parte di un processo di sviluppo individuale. Ogni sessione è differente dalle altre, proprio perché il coaching si sviluppa in fasi. Le prime fasi, più umanistiche, hanno lo scopo di definire ciò che genera la “crisi di autogoverno” e soprattutto l’obiettivo di risultato cui il cliente tende.

La seconda parte invece è decisamente ingegneristica, ossia caratterizzata dalla definizione di un piano d’azione pratico e dettagliato.

Il Coaching è orientato al Fare

Occorre sottolineare che il coaching è orientato al “Fare” e non all’essere. L’obiettivo su cui il coach può lavorare deve essere orientato al mondo del “fare qualcosa”, che in questo momento non mi riesce.

Del resto, la misurazione dell’obiettivo, è la valutazione del lavoro svolto con il coach. Anche se il risultato di fine ultimo è sempre legato al benessere, ed alla felicità, è il risultato di mezzo, specifico e misurabile rimane il punto di arrivo del processo di coaching.

E’ con la definizione del piano d’azione, realizzato grazie alla sequenza temporale di obiettivi specifici di performance, che il coach conduce il cliente nel Qui e Ora dell’azione, allineando il pensiero giudicante con il Sé operativo.

Senza obiettivi ben formati è molto difficile conseguire i risultati auspicati. I sogni sono indispensabili per la salute psichica dell’individuo, per il cui tramite anela una vita migliore e alimenta l’ottimismo, ma se questi sogni non vengono tradotti in obiettivi, sarà molti difficile che si concretizzino.

Il coach professionista aiuta il cliente a tradurre i sogni, astratti ed indefiniti, in obiettivi concreti e conseguibili.

 

Alessandro Gornati