L’ascolto attivo all’interno della comunicazione

Comunicare è processo tipico degli esseri viventi e soprattutto dell’animale cognitivamente più evoluto che popola questo pianeta, l’uomo. Perché questo processo avvenga sono necessarie delle condizioni specifiche:

  1. L’esistenza di Ego e di un Alter Ego
  2. L’emissione di una informazione
  3. L’esistenza di uno strumento per la diffusione dell’informazione
  4. L’accettazione della comunicazione

Punto1. Come è intuibile perché si possa esprimere un evento comunicativo necessitano almeno due persone.

Punto2. Perché la comunicazione esista, deve essere emessa una informazione, da parte di Ego

Punto3. Lo strumento per la diffusione dell’informazione è indispensabile, non necessariamente deve essere un sistema tecnologico, come la radio o la televisione, ma può essere anche solo la voce e la presenza di un fluido come l’aria che ne consenta la diffusione

Punto4. La comunicazione è compiuta quando questa viene accettata da Alter Ego; quindi Alter Ego modifica, anche minimamente i suoi comportamenti a seguito dell’accettazione della comunicazione.

Esistono poi Medium per favorire l’accettazione della comunicazione, ossia mezzi che per la loro autorità e persuasione fanno in modo che la comunicazione sia accettata.

L’ascolto Attivo

L’ascolto attivo si inserisce in questo processo per le competenze che Alter Ego metter in campo, nella recezione e la decodifica dell’informazione emessa da Ego per poi effettuare a sua volta l’emissione di messaggi subliminali utili alla consapevolezza dell’interlocutore. Lo scopo di Alter Ego, è quello di Cogliere tutte le sfumature del messaggio di Ego, soprattutto le componenti para verbali e non verbali, così da entrare in contatto con il mondo emozionale dell’interlocutore. In un processo di comunicazione tradizionale, possiamo dire passivo, il pensiero e le emozioni del parlante, codificate secondo un codice verbale tipico della lingua utilizzata, vengono decodificate a livello cognitivo dall’ascoltatore e tradotte in pensiero ed emozione soggettiva, tralasciando tutti gli aspetti inconsci, come il tono della voce, o le attività del corpo ma che rappresentano, il 93% dell’intero messaggio. Cogliere i segnali emozionali significa bypassare un processo cognitivo di codifica e decodifica del messaggio, facilmente equivocabile, per arrivare direttamente al contatto tra le anime e ad una comprensione di livello molto più profondo. L’essere umano dispone di schemi emozionali basali, universalmente riconosciuti, che gli consentono di poggiare su di una base comunicazionale condivisa e per questo meno equivoca e soggettiva.

Ascolto attivo e massaggio

Professionalmente, dati i miei trascorsi di Trainer, le professioniste con cui mi relaziono di più, sono le operatrici dell’estetica. Con loro spesso parliamo del massaggio e di come il “tocco” abbia in sé un potere comunicativo enorme, diretto e profondamente emozionale. La tipologia di tocco, la profondità dello stesso rappresenta un messaggio molto preciso, Fare un massaggio è come scrivere una lettera nell’anima di chi lo riceve. L’ascolto attivo, metaforicamente, può essere come un massaggio realizzato tramite l’intenzione con cui mi pongo in ricezione dei messaggi che l’interlocutore mi invia e a ciò che restituisco nella relazione.

L’ascolto attivo è quindi una dinamica possibile in funzione di movimenti interagenti:

  • La ricezione dei messaggi
  • L’elaborazione degli stessi
  • La risposta a questi

Essere in grado di ricevere i messaggi di carattere verbale, para verbale e non verbale per entrare in contatto emotivo con il cliente. Elaborare i messaggi ascoltando il proprio stato emozionale come eco dello stato emozionale del cliente. Rispondere restituendo la consapevolezza di ciò che entrambe i parlanti stanno sperimentando nell’esperienza di coaching.

Se, tramite la nostra comunicazione, noi siamo in ascolto, con le nostre “restituzioni” sollecitiamo la rielaborazione dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni del nostro interlocutore; così facendo, provochiamo un arricchimento della sua consapevolezza e della prospettiva nel senso in cui lui stesso inserisce i contenuti della propria comunicazione[1]”.

L’assenza del Giudizio

Per sviluppare questa consapevolezza nel nostro interlocutore, durante le restituzioni, dobbiamo assolutamente evitare di:

  • Moralizzare
  • Dogmatizzare
  • Etichettare
  • Giudicare
  • Interpretare
  • Identificarci
  • Assolutizzare
  • Disconfermare

Al contrario possiamo usare tecniche di comunicazione efficace quali:

  • La chiarificazione (… intendi dire che …)
  • L’uso corretto della domanda
  • La contestualizzazione
  • Il confronto
  • L’informare

[1] Dal manuale tecnico di Prometeo Coaching